Origini della Biodinamica Craniosacrale

La biodinamica craniosacrale basata sulla mindfulness nasce da all'osteopatia sviluppandosi in altre due discipline, la prima attraverso il craniosacrale meccanico e la seconda attraverso la  biodinamica craniosacrale.

Il termine “craniosacrale” fu usato per la prima volta nel 1953 da Harold I. Magoun (osteopata) per descrivere un movimento sincronizzato tra le ossa del cranio e le ossa del bacino.

Il termine “biodinamica” deriva da bio, vita essere vivente mentre dinamica è lo studio del moto dei corpi in rapporto alle forze a cui sono sottoposti.

Il termine “biodinamica” venne introdotto nel 1963 da Rolling Baker (osteopata) per descrivere una forza che produce un movimento sottile presente in tutto il corpo.

Il termine mindfulness nasce dal biologo Kabat Zinn il primo a protocollare un percorso per ridurre lo stress integrando i principi del buddismo Zen con le evidenze scientifiche. Nel 1979 inventò il protocollo mindfulness based stress reduction.
La mindfulness, come presenza dello sviluppo dell'attenzione o piena coscienza, le troviamo in tutte le principali correnti spirituali filosofiche e psicologiche del mondo. E' lo stato di presenza mentale, di consapevolezza di sé, del non giudizio, unito all'essere empatici compassionevoli e amorevoli. L'obiettivo della pratica della mindfulness è quello di imparare a guardare ed accettare la realtà nel momento presente per com'è, osservando in maniera distaccata i pensieri negativi e vedendoli per ciò che sono, ossia come prodotti della propria mente che - con la giusta pratica - possono essere compresi e controllati, evitando che possono influire negativamente sulla propria vita.

Il padre della biodinamica craniosacrale fu William Gardner Sutherland (1873-1954), osteopata e medico statunitense.

Ancora studente dell'ultimo anno di osteopatia, Sutherland stava esaminando un'insieme di ossa disarticolate di un teschio umano nel laboratorio del suo istituto. Per gli insegnamenti dell'epoca le ossa craniche dell'adulto non si muovevano perché le loro suture (articolazioni) sono fuse tra loro. Nonostante ciò Sutherland osservò che le ossa che teneva in mano si erano separate molto facilmente l'una dall'altra.  Nel continuo dei suoi studi mentre continuava ad esaminare alcune strutture craniche in particolare quelle delle ossa temporali e parietali ebbe un’intuizione che cambiò la sua vita. Raccontò di essere stato attraversato da un lampo di luce accecante e arrivò l'idea che le strutture delle ossa che reggeva in mano assomigliavano alle branchie di un pesce e che avessero una qualche sorta di movimento respiratorio.


Cranio SuperioreJPG

Sutherland pur non capendo da dove avevo origine questo suo pensiero e nemmeno l'importanza di questo si propose di cercare di dimostrare a se stesso che le ossa del cranio non si muovono, proprio come gli era stato insegnato. Come uno scienziato sperimentalista, pensò che se le ossa del cranio si muovevano, allora si poteva impedire questo movimento e verificarne gli effetti. Costruì quindi, un casco fatto di bende di lino e cinghie di cuoio che poteva essere stretto in varie posizioni per evitare che avesse luogo qualsiasi potenziale movimento craniale.

Sutherland sperimentò in prima persona questo suo casco, stringendo le cinghie prima in una direzione e poi in altre. In breve tempo iniziò ad accusare cefalee e disturbi digestivi. Questa non era proprio la reazione che si aspettava, così decise di continuare a indagare per scoprire di più.

Durante questa fase di sperimentazione con il casco si manifestarono sintomi ancora più forti di tensione cranica, cefalee, nausea e disorientamento. Fu molto interessante il fatto che quando alcune cinghie del casco erano strette in determinate posizioni esse producevano un gran senso di sollievo e miglioramento della circolazione sanguigna del cranio. Dopo diversi mesi di sperimentazione arrivò alla fine alla conclusione che le ossa del cranio dell'adulto si muovevano.

Si rese conto grazie agli esperimenti condotti sul suo corpo e alle sue reazioni che questo movimento craniale doveva avere qualche importante funzione fisiologica.
Sutherland dedicò i rimanenti cinquant'anni della sua vita a esplorare il significato di questo movimento.
Dalla sua ricerca il dottor Sutherland si rese conto che stava esplorando un sistema involontario di “respirazione” nei tessuti, importante per il mantenimento della salute. Proprio questo movimento evidenziato da Sutherland che distingue i tessuti vivi da quelli morti. Si rese anche conto che tutte le cellule del nostro corpo hanno la necessità di respirare ritmicamente affinché il loro funzionamento sia ottimale.

Riuscì inoltre a determinare l'origine del movimento delle ossa craniche, non un movimento proprio ma legato ad altri tessuti ai quali esse sono strettamente associati. Parte integrante di questo fenomeno del movimento delle ossa craniche è legato al sistema membranoso che forma una continuità con le ossa del cranio lungo le loro superfici interne. Scopri ancora, molto importante che il sistema nervoso centrale e il liquido cerebrospinale che lo bagna si muovono ritmicamente.
Questo movimento arriva fino all'osso sacro tramite la connessione durale al cranio forma un sistema interconnesso. Quindi possiamo dire che all'interno del nostro corpo c’è un sistema di fluidi e tessuti che si muovono ritmicamente delicatamente e in modo interdipendente.

Il lavoro di Sutherland si spostò quindi nel cercare e comprendere le origini di questi ritmi, si accorse che non c'erano cause muscolari esterne che potevano esserne responsabili.
Giunse quindi alla conclusione che questo movimento è prodotto da una forza vitale intrinseca nel corpo che egli chiamò il respiro della vita prendendo questo nome dal libro della genesi della Bibbia.
Sutherland considerò quindi il respiro della vita questa forza vitale intrinseca nel corpo, come l'animatrice o la scintilla che sottende i ritmi involontari che egli scoprì.